Autostima e social media: come usarli senza danni collaterali
Capita a tutti di scrollare su Instagram e confrontare la propria vita con le immagini curate che scorrono nel feed. In quei momenti, l’autostima vacilla e può emergere la sensazione di non essere “abbastanza”.
Razionalmente sappiamo che non dovremmo paragonarci agli influencer, ma smettere di farlo non è così semplice. Il consiglio più comune in questi casi è quello di abbandonare i social se ti rendono infelice.
Tutti sappiamo che autostima e social media sono profondamente legati…ma se i social non fossero il vero problema della tua bassa autostima?

I social come specchio della tua autostima
Una piccola provocazione: e se i social fossero solo un modo per evitare di affrontare la causa reale della tua bassa autostima?
Perché segui i lifestyle influencer su Instagram?
Le risposte più comuni probabilmente non sono quelle vere:
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Per i codici sconto sui prodotti? Marginale, ma non è la motivazione principale.
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Per noia? Può capitare, ma non spiega un uso abituale.
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Per sfuggire al dolore emotivo? A volte sì, ma non sempre.
C’è un motivo più profondo: cerchiamo agency attraverso i social.
Con senso di agency o agentività si intende quella sensazione di essere l’agente attivo della propria vita, la capacità di fare scelte autonome e di agire per produrre un cambiamento sulla realtà. L’agency deriva dalla consapevolezza che le proprie azioni influenzano le circostanze, e si oppone alla passività, contribuendo a un senso di efficacia personale e di controllo.
Agency: la chiave per l’autostima
Molte persone sentono di non avere il controllo sulla propria vita: se fossero in un film, sarebbero comparse invece che protagonisti.
La paura di avere un effettivo potere sulla propria vita, per timore di fallire, ansia sociale, traumi passati, porta a vivere in modo passivo.
Seguire influencer diventa così un modo per partecipare indirettamente a una vita con più agency. In quest’ottica, i social non sono negativi: ci mostrano che ciò che manca, per rafforzare la nostra autostima, è proprio prendere davvero in mano la nostra vita.
La bassa autostima nasce spesso da questa mancanza di agency: è difficile avere stima di sé se si sente di non guidare la propria vita.
La paura di agire
Sapere di dover diventare protagonisti attivi della propria vita non basta.
Prendere decisioni importanti fa paura: è molto più facile rimanere spettatori che mettersi alla guida e agire, con la consapevolezza di poter, anche, fallire.
Ecco due esempi di grandi paure piuttosto comuni e condivise:
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lasciare un lavoro insoddisfacente ma sicuro per seguire un sogno;
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trasferirsi in un altro Paese.
La chiave è affrontare la paura di agire in modo incrementale, un passo alla volta.
Se non hai mai corso, l’idea di correre una maratona potrebbe terrorizzarti. Queste paure si affrontano solo passando, con pazienza e costanza, da quelle più piccole a quelle più grandi, aumentando la nostra competenza e fiducia durante il percorso.
La regola del 5%
Per imparare ad affrontare la paura di agire in modo incrementale, viene in nostro soccorso quella che chiameremo la “regola del 5%”.
Ugualmente a quando si desidera raggiungere un obiettivo o costruire una nuova abitudine, è estremamente efficace concentrarsi su piccoli passi, piuttosto che puntare a trasformazioni radicali. Immaginiamo che tu desideri scrivere un romanzo, ma la paura ti paralizza.
Ora chiediti: qual è il 5% di “scrivere un romanzo”?
Potresti:
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Disegnare una mappa dell’ambiente.
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Scrivere 2-3 frasi su alcuni personaggi.
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Fare la lista dei 5 romanzi che prefersci e spiegarne i punti di forza.
Piccoli compiti, piccoli passi: è così che si contrasta la paura di agire e si costruisce e si allena il senso di agency.
Se riflettete sui vostri problemi di autostima, provate a riformulare la domanda:
❌ “Cosa posso eliminare dalla mia vita per sentirmi più soddisfatto?”
✔️ “Come posso iniziare ad aggiungere alla mia vita attività che costruiscano il senso di agency, anche in piccolo?”
Ecco un esercizio pratico:
Prendi carta e penna, vai in un bar, dedica 20-30 minuti a scrivere un diario. Annota quali piccoli comportamenti, proprio quel 5%, potrebbero aiutarti a costruire una maggiore agency.
Social media: nemici o alleati?
Eccoci giunti al vero colpo di scena: non è necessario eliminare i social media per sentirti meglio, ma è sufficiente imparare ad usarli meglio.
I social media sono uno strumento: tutto dipende da come li usi. Se vivi i social in modo, appunto, attivo e sociale, possono diventare un alleato importante per rafforzare il tuo senso di agency. Ecco come:
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circondati di persone che stanno affrontando le stesse sfide;
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segui modelli di riferimento che ti ispirano davvero;
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condividi esperienze, difficoltà e progressi e incoraggia gli altri a fare altrettanto.
Un esempio pratico
Riprendiamo il nostro esempio precedente: vuoi scrivere un romanzo.
Potresti procedere così:
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Trova una community di scrittori online.
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Inizia con piccoli commenti o parole di incoraggiamento.
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Poi, passo dopo passo, condividi anche tu una difficoltà, un’idea, un consiglio.
Essere genuinamente social sui social media cambia la prospettiva: da consumatore passivo a partecipante attivo.
In questo modo scoprirai che i social media non distruggono la tua autostima: usati con consapevolezza, possono diventare uno strumento per crescere, connetterti e rafforzare il tuo senso di agency.
Conclusione
Autostima e social media non devono essere nemici: la chiave sta nel passare da un uso passivo a un uso consapevole, attivo e sociale.
Ogni piccolo passo, anche solo un commento autentico o la condivisione di un’idea, può diventare un allenamento per il tuo senso di agency.
Non serve smettere di usare i social media: imparando a viverli come spazi di connessione e crescita, possono diventare veri alleati del tuo benessere e della tua autostima.
Sitografia:
Revisionato da Dott.ssa Simona Carniato.
Scritto da Dott.ssa Francesca Minucci e Dott.ssa Simona Carniato.
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